Pratica della D(ist)ANZA -

Pratica della D(ist)ANZA

QUALCHE PASSO VERSO UN DIALOGO CHE SI COSTRUISCE INSIEME

Azione artistica che si pone come occasione di riflessione sul tema del dialogo e della distanza: l’emergenza sanitaria ci invita infatti a ripensare le interazioni tra noi e gli altri, e a prendere coscienza di come le nostre azioni impattino sulle persone e sul contesto, in uno spazio che si ridisegna continuamente. I partecipanti all’attività (Collettivo Movimento Centrale Danza & Teatro diretto da Claudio Gasparotto, operatori e migranti accolti dalla Cooperativa DiaLogos, studenti dell’Associazione Studentesca SSenza LiMITi e più in generale la popolazione docente e studentesca che vive la didattica mista e da remoto) presenteranno il risultato di alcuni incontri volti a trasformare il disagio della separazione in occasione di confronto e di relazione nella D(ist)ANZA. Una mappa di relazioni formative e professionali in cui i passi di ciascuno si intrecciano con quelli degli altri, in un’interazione complessa dove si mescolano comunicazione verbale e non verbale.

Dopo il successo dell'iniziativa proposta lo scorso anno, raccontata dall'immagine di testata ad opera di Dorin Mihai, anche in questa edizione della Notte dei Ricercatori il Collettivo Movimento Centrale Danza & Teatro diretto da Claudio Gasparotto, gli operatori e migranti accolti dalla Cooperativa DiaLogos, e alcuni studenti e docenti dell’Associazione Studentesca SSenza LiMITi (ma non solo) realizzano un passo a tre che mira ad aprire spazi di condivisione e a sensibilizzare l'opinione pubblica sul valore del parlato quale forma base della comunicazione umana, nonché sull'intreccio tra espressione verbale e non verbale che caratterizza ogni nostro dialogo.

Partendo dall'idea che conversare è come danzare, e che un passo a tre è molto di più della somma dei singoli passi di ciascun essere danzante, ma un'azione congiunta che si costruisce insieme per azioni e reazioni, l'evento Pratica della D(ist)ANZA problematizzerà il processo di interpretazione dell'interprete-mediatore, che Luatti (2011: 6) ha descritto come "atleta dell'incontro" e che a noi piace immaginare quale un danzatore nell'incontro bilingue che contribuisce a creare con le persone a cui dà voce e corpo, siano esse in presenza o a distanza.

Il pas de trois tanto citato nella letteratura sull'interpretazione dialogica, a partire da Wadensjö (1998), è qui rappresentato da un'altra fotografia di Dorin Mihai, scattata in occasione dell'evento di esordio della Pratica della D(ist)ANZA. Come ci racconta la breve clip qui sotto, l'evento si è svolto il 29 luglio scorso nel Giardino del Lapidario romano del Museo della città di Rimini e ringraziamo Camillo Cammarota (in arte Myklo) per la gentile concessione della musica Preghiera per i corpi, diventata la colonna sonora degli incontri preparatori all'azione artistica, le cui clip sono state realizzate da Arthur Di Muro e sono disponibili nel menu a destra.

In ragione dell'emergenza sanitaria, i nostri passi verso un dialogo che si costruisce insieme non potranno che essere virtuali e a distanza. Ma ci auguriamo di riuscire comunque a stimolare la riflessione sul duplice significato di interpretazione, che come scrivevano Seleskovitch e Lederer (2001) consiste nel dare senso a quanto è stato detto e poi nel tradurre questo senso in un'altra lingua, sia essa quella della parola o, come nel caso di questa azione artistica, quella del corpo. In un caso come nell'altro, il processo di comprensione e restituzione del parlato presuppone la partecipazione dell'interprete, che traducendo manifesta la propria comprensione. E, come vedremo, ciascuno capisce e traduce a suo modo, anche concetti universali e condivisi quali quelli di libertà, pace e natura, su cui verterà l'evento in programma alle 20:00.

L'azione artistica avrà una durata di circa venti minuti e sarà accompagnata dalla musica di Fabio Mina. Seguirà una breve presentazione dell'attività di ricerca e di formazione che l'ha alimentata, a cui rimandano i contenuti pubblicati nel menu qui a destra. In questa seconda parte, il pubblico potrà liberamente intervenire e dialogare con la ricercatrice e con i partecipanti all'azione per mettere a fuoco una figura professionale chiave per la società multilingue e multiculturale in cui viviamo.