New York: gli emoji originali in mostra al Moma
I primi 176 emoji, apparsi nel 1999 per mano della compagnia telefonica giapponese Ntt Docomo allo scopo di offrire un servizio meteo infografico sui telefonini mobili dell'epoca, sono da qualche giorno visibili al piano terra del Moma. Il museo di arte moderna newyorkese li ha infatti elevati al rango di opera d'arte acquistandoli nello scorso ottobre. Ora li espone accanto a Picasso e Warhol, in un allestimento che sarà visibile in questa versione fino al 12 marzo prossimo. Opera del disegnatore giapponese Shigetaka Kurita, creati in un semplice formato 12x12 pixel, i segni (il termine emoji deriva dall'assemblamento dei termini nipponici "immagine" e "carattere"), i segni comprendevano indicazioni meteo, pittogrammi che rappresentavano oggetti o servizi di interesse generale e le prime elementari faccine in rappresentazione dei diversi stati d'animo, sono stati l'inizio di una nuova forma di linguaggio, che oggi conta quasi 2mila caratteri e - complici prima gli smartphone e poi i social - si è elevato fino al punto di produrre dialoghi interamente indipendenti dai tradizionali segni alfabetici